
Chiara Ugolini, la ragazza uccisa nel Veronese: il vicino di casa fermato nella notte confessa ai Carabinieri Il corpo della donna era stato trovato ieri a casa del fidanzato MONICA SERRA Modificato il: 05 Settembre 2 minuti di lettura ansa Era uscito dal carcere solo lo scorso giugno Emanuele Impellizzeri, il 38enne originario di Catania arrestato la notte scorsa dalla Polstrada lungo l'autostrada del Sole nei pressi di Firenze Impruneta con l'accusa di avere ucciso Chiara Ugolini, 27 anni, nell'appartamento che la ragazza condivideva con il compagno a Calmasino di Bardolino, in provincia di Verona. L'uomo, che aveva tentato la fuga in sella alla sua moto di grossa cilindrata, è accusato di omicidio volontario aggravato. Già condannato per rapina, reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale, era in affidamento in prova ai servizi sociali nell'abitazione a piano terra della palazzina a tre piani in cui viveva anche la vittima. Al momento del delitto Chiara era sola in casa: era tornata a casa dal lavoro alle 14 e proprio il suo mancato rientro in servizio nel pomeriggio aveva fatto scattare le preoccupazioni del fidanzato, che ha scoperto il cadavere.
Una riccionese di 70 anni che ha deciso di rendere la vita un inferno alla famiglia che vive nella sua stessa palazzina. Una persecuzione fantasiosa e terrificante che ha mandato all'aperto di testa quei poveretti. I quali alla fine si sono decisi a denunciarla. Il giudice è già partecipante con un divieto di avvicinamento nei confronti dei vicini: dovrà stare assente e non potrà nemmeno rivolgere esse la parola. Sono ormai anni affinché la vicina terribile gliene fa di tutti i colori. Anche nei suoi confronti la virago metteva in abile una serie di dispetti feroci, bensм quando è stata interrogata dai carabinieri della Stazione di Riccione, titolari delle indagini, la donna ha spiegato affinché solo ora è venuta a cognizione di quello che succede nella palazzina.
In alcune occasioni gli indagati avrebbero urlato ai vicini «state zitti marocchini di m Le vittime degli insulti e delle minacce si sono rivolti alla polizia quando le aggressioni nei esse confronti sono diventate sempre più numerose e sempre più violente. Nel febbraio anche il cugino della donna ne avrebbe fatto le spese: recatosi a casa dei parenti per una colloquio, i vicini indagati gli avrebbero mostrato un coltello a serramanico. Il Caserma Mirafiori ha trasmesso gli atti in procura. Le due famiglie continuano a vivere vicine e gli insulti e le minacce sembrano ora essere cessate. È un quotidiano liberale e contenuto come lo sono io. Perché a quattro anni mia mamma mi ha scoperto mentre leggevo a voce alta le parole sulla Stampa.